L”ASTEMIA non ha più nulla di cui pentirsi
mer 16 ott – Nell’autunno 2024 L”Astemia Pentita (Barolo – CN) fa un passo decisivo nella sua evoluzione. Il primo evidente cambiamento è il nome, che diventa semplicemente L”Astemia. Parallelamente, l’azienda ha completato la transizione biologica di tutti i suoi vigneti. La forma delle bottiglie subisce un restyling, pur mantenendo uno stile distintivo. Cambia la figura dell’enologo cui è affidato lo sviluppo delle caratteristiche sensoriali del vino. Gli obiettivi produttivi si ampliano: dalle attuali 70.000 bottiglie annue, l’azienda punta a raggiungere le 150.000 con la vendemmia 2029, mantenendo sempre alti gli standard di qualità e autenticità che l’hanno resa celebre. «La nostra è una sfida continua – afferma Sandra Vezza, titolare e fondatrice dell’azienda –, ma è nel nostro DNA puntare sempre più in alto, senza mai perdere di vista la nostra identità e il legame con queste terre».
L’abbreviazione del nome, adottata spontaneamente dai consumatori nel corso degli anni, riflette un naturale percorso di crescita. Un segno di maturità e sintonia con il proprio pubblico, senza rinnegare le radici che hanno reso famosa la cantina. «Ironico, originale, provocatorio, L”Astemia Pentita è un marchio che nasce da una scelta di inclusività, che vuole stimolare a visitare la cantina anche per esperienze sensoriali, culturali o gastronomiche» racconta Sandra Vezza. Il nome, di fatto, deriva dall’esperienza personale proprio di Sandra Vezza, una donna di Langa che, astemia, non può degustare la sua produzione vitivinicola, ma, spiega «la mia passione è da sempre passeggiare tra i vigneti, assaporarne i profumi e i colori. L”Astemia Pentita è una dichiarazione di amore per la mia terra e la mia famiglia, per mio nonno mi ha insegnato i segreti delle viti».
Con la coltivazione biologica di tutti i vigneti, L”Astemia ha consolidato il suo impegno verso la sostenibilità e il rispetto per il territorio. Questo è un processo iniziato quattro anni fa, che si è concluso nel 2023 e che dalla vendemmia 2024 consentirà di produrre tutti vini biologici, segnando un passaggio fondamentale verso una viticoltura più sostenibile e rispettosa dell’ambiente. L’obiettivo è valorizzare il territorio non solo attraverso la qualità del vino, ma anche riducendo al minimo l’impatto delle pratiche agricole. Questo permette di offrire un prodotto in armonia con la natura e con l’impegno etico aziendale.
Un’altra significativa novità riguarda il cambio della figura dell’enologo: da quest’anno, L”Astemia si affida alla consulenza di Gianpiero Gerbi. Insieme a una nuova squadra in cantina e nella direzione commerciale, l’azienda rinnova la propria gamma di vini. Tra quelli di punta troviamo il Barolo DOCG e i cru di Cannubi e Terlo, vinificati in purezza, ma anche una doppia espressione della Barbera: una versione fresca e profumata e una più strutturata, grazie a un affinamento prolungato in botte. Inoltre, l’azienda introduce un metodo classico, un Alta Langa DOCG “Charley” a base Chardonnay e Pinot Nero, con 36 mesi di affinamento sui lieviti, che entrerà in produzione con la vendemmia 2024.
La sfida però scorre tra le botti dell’Astemia, che esprime la propria indole estrosa anche attraverso produzioni limitate, come il nuovo Viognier con fermentazione in tonneaux di rovere francese o il Langhe Rosato a base Nebbiolo. Tutti i vini provengono esclusivamente dalle vigne di proprietà, garantendo un controllo totale su ogni fase della produzione.
«L’azienda è a un punto di svolta grazie alla maturità acquisita in questi anni. L’obiettivo è raggiungere una produzione di 150.000 bottiglie entro il 2029, grazie anche all’ampliamento graduale dei terreni. Si aggiungeranno infatti 10 ettari, già di proprietà dell’azienda, ai 17 attualmente utilizzati. La crescita maggiore riguarderà soprattutto il metodo classico» spiega Marco Cossaro, nuovo direttore commerciale dell’azienda.
Senza tradire il suo carattere originale, inoltre, la nuova produzione vive in una nuova bottiglia più leggera e fruibile, troncoconica, affusolata, con i pantoni che sin dall’inizio hanno caratterizzato l’azienda, che adesso mostra un acquisito equilibrio.
«La prima annata vinificata è del 2010. Da allora non abbiamo smesso di studiare, migliorarci ed essere complici coi nostri vigneti. Abbiamo unito il meglio del passato con gli strumenti del futuro per restituire in un bicchiere la magia di queste colline – conclude Sandra Vezza -. Il nostro impegno è produrre il miglior vino possibile in modo artigianale, valorizzando l’identità territoriale e varietale». Perché, se è vero che il vino accompagna l’uomo da 8.500 anni, l’eccellenza emerge solo qualche volta, dimostrando che la cultura contadina non è una tradizione statica e stanca.
Con questa visione, L’Astemia continua a essere un simbolo di innovazione e passione, dove ogni vino è il frutto di una profonda connessione con la terra di Langa.