Una cantina che si lega alla prestigiosa storia del Barolo. Con la Marchesa Giulia Colbert di Maulevrier, nel 1864, si estinse la stirpe dei Falletti di Barolo, “creatori” dell’omonimo vino, ma a perpetuarne il ricordo rimase l’Opera Pia Barolo. In quegli anni nasceva Pietro Abbona, che intorno al 1895 iniziò la sua attività nelle cantine paterne, riuscendo poi ad acquistare l’Agenzia della Tenuta Opera Pia Barolo, che oggi è la Marchesi di Barolo. Camminando nella via centrale del paese verso il castello di Barolo, il nome “Abbona” compare su un edificio nei pressi del Museo dei Cavatappi: ad indicare da dove è partita la storia di questa importante cantina. Con l’ulteriore pregio di avere l’accoglienza e molti locali all’interno del paese, dove tutto in qualche modo è legato al vino, e forse lo è sempre di più grazie al successo che di anno in anno il Barolo consegue, con l’ulteriore importante riconoscimento giunto a queste colline dall’Unesco. La visita in cantina è una specie di viaggio iniziatico, a metà strada tra il fascino austero di un castello e il confort di un relais. Tutto è gioia e fermento per lo sguardo: dall’antico cortile per il ricovero dei carri traboccanti di uve, con copertura modello hangar, alla meravigliosa enoteca storica, dove sono conservate le più vecchie annate della casa a partire dal 1861, passando attraverso l’ampia, elegante vineria, ricca di cose prelibate, o l’affascinante cantina, che alterna barrique e tonneau alle grandi botti di Slavonia. In più c’è un’accogliente foresteria, dotata di un ampio salone e di una sala convegni, ambiente ideale per meeting, cene e degustazioni. Ernesto Abbona con la moglie Anna, ora affiancati dai figli, hanno contribuito negli anni ad accrescere il prestigio della cantina. La produzione ha numeri importanti, con una selezione di differenti cru di Barolo e con tutti gli altri rossi di Langa.